Body positive, body shaming e l’altra faccia di Instagram
24 Agosto 2018 0 Di CopywriterRibalzano sui social immagini di corpi perfetti in posti perfetti, bikini striminziti o super fascianti: e Instagram è sicuramente in pole position per questo genere di immagini. Subentra però una controtendenza, attiva da qualche anno a questa parte, che è diametralmente opposta: quella delle body positive. Un fenomeno che sta riscuotendo sempre più successo, ma che è di difficile interpretazione. E che – spesso – sfocia in auto celebrazione di modelli di salute non propriamente corretti.
America e body positive
Ovviamente modello per eccellenza e baluardo di questa nuova filosofia estetica è la lontana e versatile America. Alcune ragazze – chi curvy, chi leggermente sovrappeso – decidono giustamente di mettere alla luce il loro corpo e di accettarsi per come sono, rifiutando i moderni canoni estetici. Un messaggio decisamente positivo.
C’è sempre un risvolto problematico in queste azioni così belle e anticonformiste: l’esagerazione. Molte ragazze hanno seguito il loro esempio, e molte di esse sono riuscite a migliorare il proprio rapporto con sé stesse e con lo specchio. Il problema in tutto ciò? Che tra di loro, molte sono in evidente condizione di obesità. E, inconsciamente, si stanno facendo portatrici di messaggi di supporto e di accettazione di una condizione patologica.
Accettazione, positività e salute
Normale che il body positive – e il totale rifiuto per il body shaming, il bullismo “della forma fisica” – sia nato e si sia sviluppato in America. Un paese da sempre caratterizzato da un incisivo tasso di obesità e problemi alimentari. Quello che può scaturire, e che è già scaturito, è proprio una mancanza di consapevolezza sulla natura patologica di questa condizione fisica. Va bene accettarsi, va benissimo piacersi e mostrare il proprio corpo. Ma non per questo la battaglia a favore di sè stessi deve diventare un’inno alla diseducazione alimentare e fisica.
Va bene accettarsi, ma non per questo la battaglia a favore di sè deve diventare un’inno alla diseducazione alimentare.
C’è un confine molto labile tra capacità di accettazione e il rifugiarsi dietro etichette sociali anticonformiste. Accettare il proprio corpo significa poi essere in grado di lavorare su di esso per tornare ad una forma fisica che consenta una salute stabile e ottimale. Tornare in forma non per fattori estetici, ma per la propria salute: per le ossa, per il cuore, per tutti gli organi del corpo. Una forma che non deve essere quella delle supermodelle, nè quella delle body builder. Una forma che sia perfettamente adatta alla nostra fisicità e che ci consenta una vita normale, sana e lunga.
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